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Padula, attraverso le pagine del "Il Bruzio", raccolte successivamente in questo volume, "Persone in Calabria", si scaglia contro i latifondisti e la borghesia calabrese accusandoli di legittimismo filo borbonico, di tenace difesa dei propri privilegi e di fomentare addirittura il brigantaggio post-unitario. Il valore dei suoi articoli risiede soprattutto nell'interesse che essi rivestono come documenti di costume, privilegianti la descrizione dello stato delle persone della Calabria. Del vasto disegno editoriale poté essere attuata solo la parte iniziale, quella che si riferiva alla descrizione dei ceti popolari (contadini, pescatori, ecc.), ma non è difficile immaginare, non solo alla luce della sua ideologia, ma anche da alcuni accenni rimastici, quali sarebbero stati i toni polemici del Padula sul clero e sulla borghesia.